“Un’orribile mattanza” nel carcere di Santa Maria Capua Vetere
Cinquantadue sono le misure cautelari prese ieri, dopo una lunga indagine la cui protagonista è la Polizia Penitenziaria del carcere di Santa Maria Capua Vetere.
Le videocamere di sicurezza hanno ripreso le brutalità avvenute il 6 aprile 2021, in seguito ad una protesta dei detenuti. Questi ultimi, dopo aver saputo che tra di loro vi era un caso positivo al coronavirus, hanno richiesto mascherine e test. La richiesta sembrava essere stata accolta, ma il giorno seguente la Polizia Penitenziaria scatenò una violenta rappresaglia all’interno del carcere. Numerosi gli abusi denunciati ed i maltrattamenti registrati dalle videocamere: agenti che colpiscono con il manganello i detenuti, un detenuto obbligato a strisciare per terra, un altro a cui viene urinato addosso, carcerati costretti a passare tra due file di agenti e colpiti con pugni e calci… Le guardie non risparmiano nemmeno il detenuto in sedia a rotelle!
Gli agenti nella maggior parte dei casi hanno agito a volto coperto, muniti di mascherine e caschi. Anch’essi però hanno fin da subito compreso la gravità delle loro azioni. Da quando hanno saputo che la Magistratura avesse aperto il caso, hanno moderato notevolmente i toni: dalle loro conversazioni traspariva timore e preoccupazione. Il gip ha definito la vicenda: “un’orribile mattanza”.
Ad oggi sono stati notificati 8 arresti in carcere, 18 arresti ai domiciliari, 3 obblighi di dimora, 23 interdizioni dall’esercizio del pubblico ufficio. Tra i reati troviamo: concorso in torture, maltrattamenti, lesioni personali, falso in atto pubblico, calunnia, frode processuale e depistaggio.
Oltre alla punizione necessaria per gli agenti coinvolti, c’è da domandarsi il motivo di queste azioni. La polizia penitenziaria è un organo che deve fungere da esempio per i cittadini, un corpo che necessariamente deve adottare un comportamento impeccabile.
L’importanza della formazione
GM academy ha fin dall’inizio promosso la formazione per tutti coloro che operano nel settore della sicurezza, sostenendo che non sia corretto detenere un’arma senza una corretta preparazione fisica e psicologica. Affermazioni come “li abbattiamo come vitelli”, trovate tra le chat degli agenti, non dovrebbero mai essere pronunciate da un uomo, ancor di più se ricopre una carica pubblica. Il fatto accaduto all’interno del carcere di Santa Maria Capua Vetere rappresenta una grande sconfitta per un sistema in cui i cittadini depongono fiducia. Ci auguriamo che episodi come questo non avvengano più e siamo del parere che l’istruzione è l’arma più potente per poter cambiare il mondo.
Il video integrale è stato reso pubblico dal quotidiano “Domani”.